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Stop alle cooperative sporche

Stop alle cooperative sporche

Parte da Varese la raccolta firme per una proposta di legge che garantisca legalità

martedì 16 giugno 2015

Varese (n.ant) Mafia Capitale è la madre di tutte le inchieste che hanno riguardato le cooperative.  Ma anche alle nostre latitudini non ci si è fatti mancare niente, soprattutto attorno alla logistica di Malpensa e alla Cooperativa Primavera di Gallarate.

Coop false, soldi sporchi, mele marce che utilizzavano la cooperazione per traffici illegali: alcune sentenze di condanna sono arrivate, altre probabilmente giungeranno. O forse no.  Ad ogni modo dopo, gli scandali, è evidende che qualcosa non vada e, quantomeno, il sistema sia da riformare.

Ecco che ieri Confcooperative Insubria ha presentato la partenza della raccolta firme per una propopsta di legge popolare contro le false coop.

"Sono quelle realtà - ha detto il Presidente Mauro Frangi nella sede varesina di Viale Aguggiari - estranee al nostro mondo, che sfruttano il lavoro e creano un'economia malata. Nella proposta che affideremo al Parlamento ci saranno una serie di accorgimenti per evitare i gravi episodi emersi in questi mesi.

Esempi: L'esclusione dall'Albo delle imprese che eludono i controlli con la segnalazione immediate all'Agenzia delle Entrate. E ancora: un maggiore coordinamento nei controlli, l'intervento contro gli appalti al massimo ribasso e la valorizzazione delle buone prassi, come la sottoscrizione del protocollo sulla legalità, unici rappresentanti di categoria con Confindustria ed averci aderito".

Bisognerà raccogliere 50.000 firme entro il 6 novembre ma l'asticella è decisamente più alta, anche perché l'iniziiativa è sottoscritta da LegaCoop e da Agci con cui Confcooperative conta di effettuare una fusione per creare un colosso entro il 2017.

In attesa dei cambiamenti futuri, l'associazione di categoria ha già preso qualche contromisura interna: "In caso di problemi con la giustizia, come capitato con la Cooperativa Primavera - ha aggiunto Frangi - abbiamo sospeso sia i dirigenti sia l'impresa. Accadrà così con tutti, almeno finché non si proverà l'innocenza delle persone oppure ci sarà una riammissione quando la coop cambierà completamente la governance, a partire da chi è coinvolto. Ma c'è anche lo strumento di costituirsi parte civile nei processi e soprattutto non bisogna dare una rete di protezione a chi sbaglia pesantemente. Non è soltanto un nostro interesse, ma la pulizia crea un vantaggio all'interà comunità, all'economia e alla libera concorrenza".

Infine si conta a breve di portare a Varese uno strumento che sta funzionando a Como: "Si tratta dell'osservatorio contro gli appalti al massimo ribasso - ha affermato ancora il numero uno di Confcooperative Insubria, accompagnato da Aldo Montalbetti, responsabile del settore Federsolidarietà - che è stato realizzato in collaborazione con la Camera di commercio. 

Cercheremo di crearlo anche nella nostra Provincia perché le lotte devono vedere le associazioni di categoria e le istituzioni fianco a fianco. Da soli, altrimenti è dura.

Tratto da "La Prealpina" del 16 giugno 2015
Articolo di Nicola Antonelli